lunedì 10 marzo 2014

Dice che se non è stata la Madonna allora so' stati gli ufo (il miracolo della neve d'agosto)

Tra le varie leggende romane legate alla fondazione di chiese o basiliche, "il miracolo della neve d'agosto" è senza dubbio la più originale. La storia ci viene raccontata nel meraviglioso ciclo musivo realizzato da Filippo Rusuti nel tredicesimo secolo sulla facciata della basilica di S.Maria Maggiore. Gli splendidi mosaici del Rusuti costituiscono una delle pochissime tracce superstiti della produzione artistica medievale romana, fortunatamente sopravvissuti all'intervento Settecentesco dell'architetto Ferdinando Fuga che, in un inconsapevole slancio conservativo, e in palese controtendenza rispetto alle smanie demolitive dei papi dal Rinascimento in poi, li risparmiò dalla distruzione durante i lavori di rifacimento della facciata della basilica. La soluzione del Fuga prevedeva infatti la sovrapposizione della nuova facciata alla precedente, con l'apertura di una loggia che lasciasse parzialmente visibile l'opera musiva trecentesca. La loggia è oggi accessibile con un ingresso extra a pagamento nell'ambito di una visita alla basilica.

La leggenda racconta di una coppia di ricchi patrizi romani che, essendo un pò avanti negli anni e senza figli a cui lasciare i propri beni, decisero di beneficiare la chiesa del loro patrimonio al fine di garantirsi una piacevole permanenza nella vita ultraterrena. Con un perfetto tempismo e invidiabile spirito imprenditoriale la madonna apparve dunque in sogno al ricco patrizio, suggerendo lo stanziamento di tali fondi per la costruzione di una basilica a lei dedicata, nel luogo dove l'indomani si sarebbe verificato un evento miracoloso. Secondo la versione tramandataci dai mosaici del Rusuti, il patrizio si recò da papa Liberio per raccontare il suo sogno, il quale gli confermò di aver avuto esattamente la stessa visione nel corso della notte precedente ("vuoi finanziare la costruzione di una nuova basilica perchè te l'ha suggerito in sogno la vergine Maria? Considera che è passata anche da me per ribadire la cosa, quindi direi ormai te tocca pe forza"). Ma quale sarebbe stato il segno che avrebbe indicato il luogo esatto? Ebbene proprio quella mattina del 5 Agosto 352 d.c., nonostante fosse piena estate, la cima dell'Esquilino si imbiancò di neve. Quando il papa e il patrizio Giovanni si recarono sul posto richiamati dall'insolito evento non ebbero più dubbi, e fu così che lo stesso papa Liberio tracciò con un bastone sul manto di neve il perimetro di quella che sarebbe stata la nuova Basilica di S.Maria Maggiore.

I mosaici di Filippo Rusuti (sulla cui paternità non abbiamo dubbi, almeno per quanto riguarda la sezione superiore, nella quale ci lascia un'inequivocabile firma), costituiscono un'importante testimonianza di quel prezioso patrimonio artistico di epoca medievale, sistematicamente cancellato dalla storia della nostra città, la cui riscoperta ci costringe a rivedere il nostro classico pregiudizio su un Medioevo privo di guizzi artistici di alto livello. Mentre la parte superiore riprende i temi della classica iconografia bizantina, con il Cristo comodamente seduto sul trono gemmato, circondato da tutta la sua corte di angeli, madonne e apostoli, la sezione inferiore, le cui differenze di stile fanno sorgere qualche dubbio sull'attribuzione dell'opera, ci racconta attraverso una curiosa tecnica pre-fumettistica la storia del miracolo della neve. In particolare nella rappresentazione del sogno del patrizio Giovanni, fa sorridere ritrovare il prototipo della classica nuvoletta dei fumetti, realizzata attraverso la raffigurazione di un tubo (o di un raggio) che, dipartendosi dalla testa dell'uomo dormiente, si ricollega ad un clipeo contenente la protagonista del sogno nella sua veste di consulente immobiliare.


Successivamente assistiamo alla rappresentazione del confronto dei due protagonisti mentre si raccontano a vicenda la propria esperienza onirica ( la coincidenza di contenuti giustifica questo dialogo come unica eccezione ammissibile alla noiosissima abitudine di raccontare a qualcuno il proprio sogno..e qui Zerocalcare docet), per poi infine giungere alla conclusione della narrazione con l'evento clou dell'intera leggenda: i protagonisti e la folla riuniti sotto la miracolosa nevicata, con il papa improvvisatosi architetto progettista con la sola imposizione di un bastone. Trovo meravigliosa e quasi commovente nella sua ingenuità figurativa di stampo medievale, la rappresentazione della neve che si trasforma in una specie di mantello e che, come una coperta stesa da una finestra del Corviale, viene calata sulla folla stupefatta e incredula. Ogni dettaglio dell'intero ciclo musivo è una piccola scoperta su questa bellissima interpretazione del mondo, ma il tutto diventa ancora più entusiasmante quando si scopre che ogni singola scena è arricchita da una didascalia accompagnata da un'annotazione musicale, al fine di permettere ai fedeli di cantare il relativo avvenimento. Un vero e proprio karaoke ante-litteram dove a fare da megaschermo sono le bellissime sfumature dorate dell'antica facciata della basilica (prima che venissero seminascoste dalla controfacciata del Fuga). 


Ma quale potrebbe essere la vera origine di questa leggenda che ha avuto una così grande risonanza nel corso dei secoli? Una grandinata estiva? Un'allucinazione collettiva? Una delle ipotesi più affascinanti ci viene suggerita da una rappresentazione tardiva dello stesso episodio rappresentata nell'opera intitolata "il miracolo della neve" (1428) del grande Masolino da Panicale, oggi conservata nella galleria di Capodimonte a Napoli.
Questo dipinto è stato oggetto di interesse per tutti gli appassionati di ufologia a partire dagli anni Settanta, in quanto considerato prova di un avvistamento di oggetti volanti non identificati avvenuto e (conseguentemente interpretato in chiave religiosa) in un passato non proprio recente. La definizione dei contorni delle nuvole e il loro modo di procedere da dietro le montagne in un ordinatissimo schema di coppia, sulla scorta di una grande nave madre in stile "Visitors", sembrerebbe in effetti suggerire qualcosa di più di un banale episodio meteorologico. Per il resto non mancano la neve e papa Liberio che, in un impeccabile stile da provetto giocatore di golf, realizza il tracciato della basilica.

Per capire questo legame tra la neve e un possibile "incontro ravvicinato" ci viene subito in mente un altro storico episodio, avvenuto in questo caso a Firenze nel ben più recente 1954. La data è ricordata come quella del più importante avvistamento ufologico della storia nazionale, avvenimento che venne riportato in prima pagina da tutte le cronache dell'epoca e al quale assistettero migliaia di testimoni, tra cui diversi giornalisti e lo stesso capocronista della Nazione. E se perfino una partita di calcio (Fiorentina-Pistoiese) venne interrotta per venti minuti, quando anche i giocatori furono distratti dalle evoluzioni di alcuni oggetti volanti luminosi sopra lo stadio, allora abbiamo la conferma del fatto che si trattò effettivamente di un evento epocale.

La cosa interessante è che, in concomitanza con gli avvistamenti, Firenze venne interessata dal misterioso fenomeno di una "nevicata" di materiale vetroso simile alla bambagia, che imbiancò alcuni punti della città per poi dissolversi velocemente al contatto con il terreno. Tale materiale venne ribattezzato "bambagia silicea", in quanto, una volta analizzati alcuni campioni, risultò essere costituito perlopiù da boro e silicio. Residui industriali di una qualche azienda tessile portati dal vento? Scarti produttivi di una vetreria della zona? O addirittura, come si ipotizzò con una certa convinzione, un fenomeno scientifico connesso alla migrazione di una specie di ragni, che producono in natura questo materiale simile alle ragnatele, per poi attaccarvisi e lasciarsi trasportare dal vento nel loro percorso migratorio? Ancora oggi le diverse ipotesi rimangono aperte. Ma è possibile che qualcosa di simile potesse essere avvenuto anche a Roma in quella mattina d'agosto del 352? E' ovvio che in un'epoca totalmente intrisa di cultura religiosa non ci sarebbe stato spazio per alcuna ipotesi di migrazione aracnide, e l'unica spiegazione possibile avrebbe coinciso con la manifestazione di un segno divino. Se dunque si fosse trattato di neve, grandine o bambagia silicia possiamo solo immaginarlo. Quel che è certo è che ancora oggi, nella celebrazione della rievocazione del miracolo durante la messa del 5 di Agosto, possiamo ancora assistere all'interno di S.Maria Maggiore ad una "vera" nevicata di petali di rosa che, lasciati cadere dal meraviglioso soffitto a cassettoni della basilica, realizzato con il primo oro giunto dalle Americhe alla fine del Cinquecento, riesce ancora a lasciarci a bocca aperta. L'evento viene ripetuto anche all'esterno con il supporto di effetti speciali, ma forse in questo caso tanta tecnologia non è sempre del tutto gradita alla Madonna, se pensiamo che nel 2012 uno dei camion con l'attrezzatura venne rubato costringendo l'organizzazione alla cancellazione dell'evento. Ma almeno in questo caso possiamo dire di avere una certezza: gli alieni questa volta non c'entravano un cazzo!

I mosaici della loggia sono visitabili tutti i giorni della settimana dalle 9:00 alle 18:30 al costo di 5 euro a persona.