Per gli irriducibili sostenitori dei rimedi della nonna, complottisti dello strapotere delle lobbies farmaceutiche e del loro lucido progetto di sterminio del genere umano, una visita all'antica spezieria di S.Maria della Scala a Trastevere non potrà che riconciliare gli animi con l'antica e nobile arte dei trattamenti naturali. Un gioiello settecentesco cristallizzato nel passato che, celato all'interno del convento dei Carmelitani Scalzi al centro della molesta movida trasteverina, ci tramanda la storia della più antica farmacia romana, originata da un semplice orticello nato ad esclusivo uso e consumo della comunità dei frati e ben presto trasformatasi in punto di riferimento medico-sanitario dell'intera comunità cittadina e internazionale (oltre che meta delle prestigiose visite di cardinali, principi e re). L'autorevole reputazione del luogo era certamente dovuta alla figura di Fra Basilio della Concezione, medico e botanico celebrato nell'affresco di ingresso, del quale si conserva nella farmacia il prezioso volume intitolato "trattato delli semplici": un erbario finemente rilegato in cui sono conservati tra le pagine gli esemplari essiccati di ogni pianta, con relativa descrizione delle proprietà benefiche. Un pregevole lavoro di botanica che, dietro la curiosa apparenza di lavoretto delle medie redatto da un occhialuto scolaretto nerd, rappresenta la sintesi della preparazione e della conoscenza di un indiscutibile maestro. Fu proprio Fra Basilio l'ideatore di due rimedi tra i più celebri messi in produzione dai solerti frati farmacisti: l'acqua pestilenziale, ritenuta efficace contro la trasmissione e il contagio della peste, vero e proprio flagello del passato, e la più "rassicurante" acqua di melissa, definita come "calmante sovrano negli accidenti isterici" in virtù dei suoi effetti sedativi sul sistema nervoso; in poche parole la pozione che non dovrebbe mai mancare nel cruscotto di ogni automobilista romano.
A partire da papa Pio VIII, le stesse famiglie pontificie presero l'abitudine di affidarsi ai preparati farmaceutici di Santa Maria della Scala, e il crescente apprezzamento degli alti vertici ecclesiali nei confronti delle erbe di Fra' Basilio, fece guadagnare in breve tempo alla spezieria l'appellativo di "farmacia dei papi", nonchè la totale e agognata esenzione dal pagamento delle tasse. Detto questo, mi sento in dovere di invitarvi a scartare l'idea di mettervi a "rollare" una canna d'erba per il nostro Benedetto XVI, nella vana speranza di guadagnarvi in questo modo l'esenzione dall' IMU prossimo venturo: l'apprezzamento a cui mi riferivo era infatti quasi certamente rivolto ad altro genere di erbe.Per avere accesso alla spezieria è necessario telefonare allo 065806233 e prenotare un appuntamento per il sabato mattina, esclusivo giorno di visite. All'orario convenuto verrete accolti da uno dei frati, solitamente un giovane Indiano, il quale, non è chiaro se a causa di personalissimi vuoti lessicali o per tenere desta l'attenzione dei visitatori mattutini, durante il corso della spiegazione vi inviterà a terminare le frasi con i vocaboli che di volta in volta non gli sovvengono, innescando in questo modo il germe di una feroce competizione fra i visitatori in una sorta di quiz televisivo a sfondo medico. All'apertura delle porte non potrete fare a meno di esibirvi in un lungo "oooh" di meraviglia alla vista di un autentico locale settecentesco dove ogni più piccolo e insignificante dettaglio sembra essere rimasto esattamente al proprio posto da più di due secoli a questa parte, regalandoci l'impagabile illusione di vestire i panni di privilegiati viaggiatori del tempo.
All'ombra di un finto drappeggio affrescato che corre lungo il perimetro del soffitto nella sua morbida illusione barocca, torchi, setacci, imbottigliatrici e torrette di distillazione sono tutti ordinatamente riposti negli antichi scaffali lignei, mentre l'interno di una vetrina che farebbe impallidire "l'opera" del più quotato "visual merchandiser" milanese (er vetrinista..pe' capisse) ci presenta un'articolata esposizione dall'andamento "ramificato" di barattoli officinali che, progettata allo scopo di non celare alcun articolo alla vista, può leggersi allo stesso tempo come una simbolica rappresentazione dell'albero della vita, richiamo all'affascinante connubio fra natura e alchimia. All'interno di un enorme vaso in ceramica sotto la finestra, accanto all'ingresso del piccolissimo laboratorio, è conservata niente di meno che la mitica Theriaca, potente antidoto contro i veleni la cui formulazione risale addirittura ad Andromaco il Vecchio, medico di Nerone; una miscela di ben 54 ingredienti tra i quali si distingue quello di "carne di vipera maschio", informazione che ci spinge a non approfondire la natura dei rimanenti 53. Al lato del bancone della vendita, dietro il quale un ritratto di S.Teresa D'Avila sorveglia a vista i movimenti di cassa, si apre una sorta di ufficio amministrativo dove possiamo ammirare tra le altre cose un pregevole armadio dalla raffinata decorazione pittorica, al cui interno una collezione di scatole in legno di sandalo (paraculissima trovata antitarlo) custodisce le diverse erbe atte alla preparazione dei medicamenti nella loro forma naturale originaria. L'esterno delle ante è decorato con i ritratti celebrativi dei grandi padri della medicina (Ippocrate, Galeno, Avicenna), mentre l'interno nasconde le effigi dei visitatori più vip, i cui altisonanti nomi di Vittorio Emanuele I e consorte, Umberto I principe di Piemonte ed Elena duchessa d'Aosta, contribuirono indubbiamente ad accrescere il prestigio dell'elegante laboratorio settecentesco. Anche qui la sensazione è che ogni cosa sia stata lasciata al proprio posto, nell'illusoria attesa della riapertura al giorno successivo.
Nei locali esterni è possibile infine visitare la distilleria risalente all'Ottocento dove, in virtù dell'antico sodalizio tra frati e liquori, la produzione di alcolici dalle conclamate proprietà digestive avveniva secondo i consueti ritmi certamente più consoni a una distilleria clandestina dei tempi del proibizionismo americano che a un convento di Carmelitani Scalzi.
Al termine della visita, finalmente usciti in strada, vi ritroverete nuovamente catapultati nella piacevole atmosfera di un sabato mattina trasteverino, e inondati da un sole che avreste certamente apprezzato ad un'ora più tarda e con la testa che ancora vi batte in conseguenza dei bagordi del venerdì sera, vi pentirete infine di non aver posto alla vostra guida la domanda più importante di tutte: per caso Fra Basilio aveva trovato anche il rimedio definitivo per il dopo sbornia mattutino?
Concludo come sempre con il suggerimento di acquistare e regalare ai vostri amici (tanto voi già me leggete aggratise, anche se il libro si sà, è tutta un altra cosa..) il volume fotografico "Roma Fuoripista", una selezione dei migliori itinerari dal blog, che potrete trovare a Roma presso la "libreria del viaggiatore" in via del Pellegrino, La libreria "Altroquando" in via del Governo Vecchio e l'"Art Studio Cafè" in Via dei Gracchi. I "fuori porta" possono invece ordinarlo sul sito http://www.romafuoripista.com/ e riceverlo direttamente a casa con dedica su richiesta (dice "che me frega mica sei Baricco").
Buon primo maggio!