A voler cercare un legame tra Torquato Tasso e i Cavalieri dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro, il pensiero corre immediatamente alla "Gerusalemme Liberata", celebre componimento epico del poeta che proprio dei cavalieri Crociati cantava le gesta che portarono alla conquista del Santo Sepolcro. Ed è in virtù di questo vincolo poetico che il Tasso e i Crociati si riscoprono oggi insoliti coinquilini all'interno dell'incantevole chiesa di S.Onofrio, che dalle alture del Gianicolo domina la città custodendo gelosamente i propri segreti, la poesia di un grande autore e un pezzo di storia che, perdendosi nelle nebbie leggendarie delle prime crociate, resiste ancora oggi in perfetto e affascinante anacronismo con il presente di una città che non conosce confini tra passato e futuro. Il complesso ecclesiale, edificato sul luogo di un precedente romitorio dedicato appunto a S.Onofrio, risale al 1439 ed è direttamente collegato al lungotevere attraverso la suggestiva e omonima salita di S.Onofrio, opera urbanistica realizzata dopo circa un secolo sotto Papa Leone X, perfettamente adatta a sperimentare un gravosissimo trekking urbano in pendenza per tutti coloro che con un lampo di genio abbiano scelto di parcheggiare a valle piuttosto che direttamente sul Gianicolo.
Come anticipato, la storia di questo luogo è legata innanzitutto alla figura di Torquato Tasso, che nel 1595 si spense in una delle stanze del convento dopo aver scelto di trascorrere in questo angolo di quiete l'ultimo periodo della sua vita borderline. Come spesso accade, genio e creatività vanno a braccetto con la follia, e il nostro Torquato in quanto a manie di persecuzione, attacchi di insicurezza al limite del morboso (in visita alla sorella nascose la propria identità per annunciarle la propria morte, desideroso di assistere a una reazione addolorata) ed esplosioni di ingiustificata violenza alla corte Estense, non si fece mancare proprio nulla. Come artista dei nostri tempi avrebbe certamente vestito i panni di una rockstar con problemi di droga e alcolismo, assiduo frequentatore di programmi di rehab nelle più esclusive cliniche per VIPs. Ma a quel tempo bisognava accontentarsi di ospedali religiosi e conventi, e fu così che il nostro Torquato Tasso dopo un primo soggiorno forzato all'ospedale di S.Anna, fece la sua ultima e definitiva tappa a Roma proprio al convento di S.Onofrio sul Gianicolo. E' dunque all'interno della chiesa, nella prima cappella sul lato sinistro (nella prima a destra non perdete invece una meravigliosa Annunciazione di Antoniazzo Romano), che possiamo ammirare l'imponente monumento funebre dedicato al poeta. Il luogo, al pari del cimitero di Pere-Lachaise a Parigi con le studentesse in perenne pellegrinaggio alla tomba di Jim Morrison, divenne meta di poeti e personalità artistiche, tra i quali si annoverano il fosco Goethe e l'allegro Giacomo Leopardi. Scrisse il Leopardi in proposito: "fui a visitare il sepolcro del Tasso e ci piansi. Questo è il primo e l'unico piacere che ho provato in Roma". Sono certo che Giacomo non abbia avuto il tempo di provare una Gricia o un Cacio e Pepe, piaceri che avrebbero certamente allungato la sua lista, ma ammirando il delizioso giardino panoramico, dove oggi troneggia una fontana costruita proprio in onore dell'anniversario della morte del Tasso, possiamo in parte comprendere le sue emozioni suscitate da quest'angolo di quiete e bellezza sospeso sui tetti di Roma.
Esattamente alle spalle del panorama, attraversando l'atrio di ingresso, accederemo ad un piccolo e splendido chiostro architettonicamente arricchito da una galleria superiore porticata, dove ancora una volta potremo sorprenderci di quanta pace e semplice armonia possa nascondersi nel cuore di una metropoli impazzita, a due passi dai famelici e impuniti parcheggiatori abusivi del vicino ospedale Bambin Gesù. Le lunette affrescate in occasione del giubileo del 1600, raccontano episodi della vita di S.Onofrio, in cui non ci vengono risparmiate le consuete derive nel trash tanto care all'aneddotica agiografica, su tutti la cerva bianca che per tre anni nutrisce S.Onofrio col suo latte.
Tornando nuovamente nell'atrio di ingresso ci troveremo di fronte ad un portone sulla cui sommità troneggia lo stemma dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro. Il 15 agosto del 1945 Papa Pio XII concede infatti all'Ordine la chiesa e il cenobio di S.Onofrio, con la scusa di un felice e a suo parere appropriato accostamente con il Tasso, ormai così legato al nome della chiesa e autore di quell'opera che proprio dei cavalieri del Santo Sepolcro esaltava le gesta. Fu così che l'ordine divenne custode, oltre che della chiesa, anche di un piccolo e prezioso museo dedicato al poeta che, nascosto oltre la porta "stemmata", è divenuto negli anni sempre più inaccessibile. Si vocifera (espressione ben più aleatoria del consueto "dice che") che il cosiddetto museo Tassiano sia visitabile ogni martedì pomeriggio tra le 16:00 alle 18:00, e trovandomi appunto sul posto di martedì alle 16:05 ora locale, devo ammettere di essermi sentito estremamente ottimista riguardo alle possibilità di accesso al suo interno. In realtà, dopo la scampanellata di rito, vengo gentilmente invitato a contattare la sede principale dell'Ordine in via della Conciliazione per inoltrare una richiesta di permesso speciale che possa garantire la visita al luogo, la cui concessione (come tende geneticamente a sottolineare ogni Romano addetto ad una qualsiasi mansione da sportello pubblico, che preveda il rilascio di un qualsivoglia pezzo di carta al questuante di turno) viene fatta apparire come impresa estremamente difficile e dalle dubbie possibilità di riuscita (il tutto accompagnato da un'eloquente alzata dell'intera arcata sopraccigliare).
Avendo tempo da perdere e un post da scrivere mi reco dunque in picchiata per la salita di S.Onofrio (infinitamente più apprezzabile percorsa in discesa) diretto verso la sede centrale dell 'Ordine. A ricevermi è un Custode del Santo Sepolcro Amatriciana style (non che mi aspettassi una solenne tunica crociata, ma la canotta bianca attillata sulla panza si è rivelata decisamente sotto le aspettative), il quale recitando un estratto in versi dalla "Gerusalemme Liberata" si è premurato di comunicarmi che "Aò, nun devi chiede a noi, manco c'avemo le chiavi!". A nulla sono valse le mie rimostranze sul triste rimpallo da una sede Crociata all'altra in perfetto stile ufficio postale. "Devi da parlà co Benito su alla chiesa! (azz..) Lo deve capì che so loro i custodi!" (Benito e i Templari...Voyager avrebbe di che speculare per decine di puntate). A questo punto mi muovo deciso a fare una piazzata al cospetto dei Cavalieri dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che messo in questi termini mi fa sentire molto eroe, e stando a quanto racconta Dan Brown, anche piuttosto a rischio! In realtà la facilità con cui chiedendo del signor Benito vengo accolto all'interno senza neanche la soddisfazione di incazzarmi, mi fa ben comprendere come tutta la pantomima della richiesta di permessi speciali sul genere Area 51 altro non fosse che un arguto sistema Templare per evitare di avere visitatori rompicoglioni tra i piedi.
Alla fine è proprio il gentilissimo Signor Benito che mi accompagna alla scoperta di questo piccolo scrigno di ricordi e poesia, dove il vissuto di pochi semplici cimeli trasmette tutta l'emozione di trovarsi in presenza di un grande artista, tra gli artefici del nostro patrimonio letterario. Tra prime edizioni, manoscritti, oggetti personali, e un leggio originale di sua appartenenza, spicca una maschera di cera modellata sul viso del defunto Torquato ad immortalarne le fattezze ad imperitura memoria. La visita, forse anche per la soddisfazione di essere riuscito nell'impresa, si rivela decisamente emozionante. C'è anche un piccolo aneddoto che lega S.Onofrio alla figura del Tasso. La più piccola delle tre campane della chiesa, la preferita del poeta, fu quella che per sua espressa richiesta ne accompagnò con i rintocchi la dipartita. Si dice che nel corso del celebre assedio di Roma del 1849, Garibaldi si recò sul posto per requisire le campane di tutte le chiese sulla linea delle operazioni allo scopo di farne cannoni, e venuto a conoscenza della storia si commosse a tal punto che decise di risparmiare fra tutte solamente la piccola campana del Tasso.
Una volta usciti dalla chiesa si può concludere la passeggiata risalendo il Gianicolo sulle tracce dei personaggi di questa storia, e passando per quel che resta della celebre quercia del Tasso, arriveremo infine sulla vetta del colle, dove la statua di Garibaldi e i busti degli eroi dell'unità di Italia, sentinelle del panorama più bello del mondo, sono li a ricordarci che ogni tanto, e per quanto difficile possa sembrare in questi tempi di mediocrità e cafoneria, un rigurgito di sano patriottismo possa farci solamente un gran bene.
La Chiesa di S.Onofrio si trova in Piazza di S.Onofrio 2 al Gianicolo ed è aperta tutti i giorni (escluso Agosto) dalle 9:00 alle 13:00. Per la visita del Museo Tassiano, generalmente ammessa il martedì tra le 16:00 e le 18:00, vi consiglio comunque di telefonare. Se qualcuno fosse veramente interessato mi contatti e vedrò di procurare il numero del signor Benito con il quale sarà possibile concordare una visita.