Sarebbe certamente più logico raccontare la storia della Casina delle Civette andando di pari passo con quella dell'intero complesso di Villa Torlonia, l'eccentrica dimora del Marchese Giovanni Torlonia che alla fine del Settecento stabilì di meritarsi una fastosa residenza degna di un titolo nobiliare appena accaparrato, ma soprattutto delle proprie sconfinate e indecenti ricchezze accumulate in anni di speculazioni in combutta con gli occupanti Francesi. Tuttavia questo bizzarro edificio fantasy da sempre sembra vivere di vita propria, appartato dall'intero contesto residenziale esattamente come l'ambiguo erede della famiglia, Giovanni Torlonia Jr, che fino al giorno della sua morte avvenuta nel 1938 scelse proprio la Casina delle Civette come residenza privata ai margini del parco, per ritirarsi, così come recita l'iscrizione sulla porta di ingresso, in "Sapienza e Solitudine" (in parole povere "per cazzi suoi").
L'intero parco venne gradualmente trasformato in una specie di Disneyland per volere di Alessandro Torlonia a partire dal 1832, con la conseguente progettazione della Casina delle Civette che, originariamente realizzata come rifugio di montagna in lungimirante anticipo sulle attuali tendenze eco-chic, assunse in prima battuta l'evocativo nome di Capanna Svizzera. In pieno delirio da ecstasy erano sorte nel frattempo tutt'intorno finte rovine romane, obelischi rosa, villini medievali e persino una grotta moresca. Alla morte di Alessandro subentrò il nipote Giovanni, il quale tramite "magheggio" anagrafico riuscì ad ottenere il cognome della madre sposata ad un Borghese (nel senso della nobile famiglia dei Borghese) al fine di garantire continuità alla dinastia dei Torlonia: ed è così che facciamo la conoscenza di Giovanni Torlonia Jr. Il giovane principe decise dunque di spostare la sua residenza all'interno dell'ex Capanna Svizzera, che per suo gusto e volere subì una curiosa metamorfosi in villaggio medievale a seguito di tutta una serie di interventi architettonici che tra logge, loggette, torrette e porticati dai risvolti fiabeschi trasformarono in breve tempo il rifugio alpestre in castelletto. Non ancora soddisfatto, e coerentemente in linea con la sua fama di misantropo e amante dell'esoterismo, volle aggiungere un tocco personale all'intera costruzione, facendola dotare di elementi simbolici ricorrenti, oggetto delle sue personalissime ossessioni: prima fra tutte la civetta.
E mentre Giovanni sceglieva di vivere ai margini del parco in pieno isolamento liberty tra lumache, civette, trifogli e ancora civette, il corpo principale di Villa Torlonia venne affittato nel frattempo (1925) a Benito Mussolini alla simbolica cifra di 1 lira. All'apparenza semplici compagni di bonifica, in virtù del mastodontico intervento bonificatore operato dai Torlonia nella piana del Fucino in Abruzzo a partire da nonno Alessandro (opera che integrò la collezione di titoli familiari con "la fascia" di principe del Fucino), i due personaggi erano in realtà legati da tutta una serie di interessi che, in quanto rappresentanti del potere politico e finanziario del momento, furono alla base del loro "avvicinamento"; un avvicinamento talmente letterale da farceli infine ritrovare come improbabili vicini di casa. Cito dalla commemorazione dell'allora presidente del senato alla morte di Giovanni Torlonia Jr: "...(egli) rappresenta uno dei contributi più cospicui coi quali l'iniziativa di un privato abbia saputo assecondare l'azione generale del governo fascista per la redenzione del suolo d'Italia"! Alle spalle di cotanta redenzione agricola c'è tutta la storia di un famiglia di mercanti arricchiti, che tra speculazioni, matrimoni studiati a tavolino con le nobili famiglie romane e appropriazioni di titoli nobiliari e proprietà a fronte di prestiti non restituiti da parte di aristocratici in malora, divenne in breve tempo una vera potenza politica e finanziaria (la banca del Fucino è tuttora presieduta dai Torlonia).
E come sempre quando si parla di potere e finanza, non può ovviamente mancare l'elemento esoterico-massonico, in questo caso perfettamente e ripetutamente rappresentato nella quotidianità della dimora del principe. L'intervento più evidente e caratterizzante fu comunque la realizzazione di meravigliose vetrate liberty, dalla scuola del maestro Cesare Picchiarini, su disegni di quattro diversi artisti (Cambellotti, Bottazzi, Grassi e Paschetto), i cui lavori dotarono l'intero complesso di un patrimonio artistico senza precedenti fortunatamente sopravvissuto in parte fino ad oggi. Tra tutte si distingue la vetrata delle civette, su disegno di Duilio Cambellotti, ennesima rappresentazione dell'animale notturno, le cui fattezze vennero morbosamente riprodotte nelle fogge del mobilio della camera da letto. Non essendo rimasto quasi nulla dell'arredo orginario, possiamo oggi solamente immaginare le sembianze di una civetta ossessivamente ripetute su lampade, comodini e pomelli del letto, mentre rimane comunque al suo posto l'inquietante volo di pipistrelli a stucco sul soffitto del letto, come prova e a garanzia di una certa stravaganza del principe ai confini del "fuori de capoccia". Simbolo ambivalente sin dai tempi dell'antico Egitto, la civetta rappresenta da un lato la saggezza e l'illuminazione di chi possiede la capacità di scrutare attraverso le tenebre, ma è allo stesso tempo legata al tema opposto della morte e dell'oscurità: "sapienza e solitudine", appunto.
Il percorso ci guida attraverso i due piani della villa alla scoperta di ciò che rimane a seguito dell'eccellente lavoro di restauro che salvò l'edificio da un progressivo degrado, iniziato con l'occupazione delle truppe anglo-americane, proseguito con l'incuria e i saccheggi e terminato con il disastroso incendio del 1991. Dovremo dunque lavorare di fantasia, stimolati da quei piccoli meravigliosi dettagli superstiti e dalle descrizioni di ogni singolo ambiente, capaci di riportarci alle eleganti atmosfere vissute dall'inquietante erede dei Torlonia. E attraversando il fumoir (viene voglia di accendersi una sigaretta al solo nominarlo) e il salottino delle 24 ore, rappresentate sulla bellissima volta dipinta come 24 discinte fanciulle, per poi raggiungere il più intimo piano superiore, conosceremo passo dopo passo tutte le ossessioni e le simbologie in cui il principe Torlonia amava ritirarsi. Set perfetto per un horror di classe e allo stesso tempo romantico scenario di una passeggiata metafisica, quando la luce dell'esterno si colora attraverso le preziose vetrate inondando l'ambiente di soffuse tonalità pastello. I pochi manufatti originali sono arricchiti da un esposizione di bozzetti e riproduzioni di vetrate liberty, un percorso di nicchia che perde valore di fronte alla potenza comunicativa di un luogo allo stesso tempo misterioso e affascinante, capace di restituirci nel vuoto dei suoi ambienti quella meravigliosa qualità che sempre meno utilizziamo: l'immaginazione per riempirlo. E alla fine non potremo fare a meno di vedere il principe riposare sotto quel lugubre volo di pipistrelli.
La Casina delle Civette si trova all'interno del Parco di Villa Torlonia, con ingresso in via Nomentana 70 ed è aperta tutti i giorni escluso il lunedì dalle 9:00 alle 19:00.
E con questo "Dice che a Roma" (ovvero me medesimo) se ne va in vacanza fino a settembre. Per non sentire la mia mancanza come sempre la butto là..compratevi il libro "Roma Fuoripista"! Sul solito sito troverete la possibilità di prenderlo on-line e la lista delle librerie dove acquistarlo: www.romafuoripista.com
BUONE VACANZE A TUTTI!
che lungimirante costui, anche io non vedo l'ora di andare a stare un po' "Sapienza e Solitudine" ... in parole povere per i cazzi mia :))))
RispondiEliminain effetti ci sta tutto come ultimo post prima delle vacanze ;) tutti in sapienza, solitudine e mojito (anzi il mojito no, meglio na birra)!
Eliminac'è piaciuto questo post diceche! allora buona vacanza e ci si trova a settembre
RispondiEliminaciaoooooooooooooooooooooooooooooooooo
Buone vacanze anche a te! E cerca de non seccatte co sto caldo..
EliminaChe saggio questo Torlonia!!! :)
RispondiEliminaM.
e che gran paraculo! ;)
EliminaLa vita di questo principe mi ha ricordato le vicende di Ludwig re di Baviera detto "il re delle favole" vite un po' fuori dal mondo reale. Chapeau per questo ennesimo capolavoro: il tuo post. Buone vacanze.
RispondiEliminaAlla fine c'è sempre un bello scambio...e quindi mi vado a cercare la storia di questo Ludwig! ;) grazie per lo spunto e buonissime vacanze anche a te!
EliminaBuone vacanze!!
RispondiEliminaTomás
Grazie Tomàs! un abbraccio!
EliminaOltre a mi madre! Hi hi hi
RispondiEliminaBuone vacanze e divertiti Andrea ^_^
Grazie Amleto! Le vacanze purtroppo sono andate...a presto su questi schermi
EliminaBuone vacanze animalaccio!!!! E sta' lontano dalle civette, che quaggiù in Sicilia sono portatrici di sfiga nera...
RispondiEliminaGrazie in ritardo...e cmq c'avevi ragione sulle civette...ho rischiato de prende un uragano in pieno °_°
Eliminabuone ferie Andrea, arrivederci a settembre, in giro per Roma....
RispondiEliminaGrazie Cri! Tra poco ci si rimette al lavoro..(parlo del blog che del lavoro vero ancora non voglio sentirne parlare ;) ). A presto
EliminaAndreaaaaaaaaaaa... indovina un po'?????.. ove sono????.... indizio: il salotto dell'Albertone ;) e appresso a me ho un certo che mi fa da spunto ;)
RispondiEliminaBacione.. ciao bello!! :)
mannaggia a te voglio un reportage completo (io ero dall'altra parte dell'Oceano..anzi proprio in mezzo). Lo spunto era il mio blog vero? VERO?? ;)
Eliminalo spunto il tuo blog???? poesse... :P
Eliminaera il libro :) bacione.. (come stavi in mezzo all'oceano??..Ove??)
ebbrava!! allora ti è stato utile! posto preferito? :P
EliminaAndrea... che domanda fai.. un posto preferito a Roma? Mi metti in difficoltà, sinceramente.
EliminaOgni angolo che ho girato, ogni pietra che ho sfiorati coi polpastrelli mi hanno suonato una musica che ancora porto dentro. M'ha stregata.
;)
Ciao Andrea, mi sono iscritto perché mi piace Roma e tu hai un bel blog.
RispondiEliminaSe vuoi dare un'occhiata al mio mattax-mattax.blogspot.it
Ciao Matteo, Rimini
bye bue ridicolo romano
RispondiEliminamah...sarà il caldo!
EliminaMa questo posto è spettacolare! Quanto la farei una scappata a Roma in questo momento :)
RispondiEliminadammi retta...fai passare prima questo caldo sfiancante e poi facci un pensierino ;) Grazie di essere passata un salutone!
EliminaAho, questo poste m'era sfuggito! Numme vorei sbaja', ma credo sia comparsa a Roma suuuuna facciata de 'na casa (cerchela... ahahhah) una riproduzione del soffitto pipistrellato (senza la borchietta antincendio, però! :D :D :D)
RispondiEliminaBella, Andre'. La prossima uscita chiamame.... ;)
hahahahha ecco che era quer fregno!! La borchietta antincendio!! Genio! Di quale facciata parli? Dimme dimme!!
EliminaRettifico! Sono andato a fotografarla ieri ma non ci azzecca gniente! Ma proprio gniente, eh? :D :D :D
Elimina(e cmq nun-te-digo, taaa deviannaacerca' da solo! :D :D :D )
e me la fai difficile però..dovrei cercà una cosa che somiglia a un'altra..anzi no non glie somiglia...azzzzz :))
Elimina...e il bello è proprio quello! Magari ne trovi una terza che non somiglia per niente alle altre due!!!
Elimina:)))
Ci sono stata! davvero una chicca che conoscono in pochi, vero? (O almeno non troppo turistica).
RispondiEliminaun pò come tutte le cose recenti (il restauro l'ha rimessa in vita solo pochi anni fa), per i romani è praticamente sconosciuta. Escluso quelli che fanno jogging in villa ovviamente :)
EliminaBuongiorno
RispondiEliminaHo letto il tuo articolo e mi è piaciuto molto....diverso ironico, graffiante #informato&divertente#.
Che dire sembra scritto da un ragazzo della squadra delle #iene#.
Complimenti.
Anna Rita Foglia BY Semi D'arte
Semidarteroma