mercoledì 22 dicembre 2010

Dice che questo già lo sapevamo: l'effetto ottico der cuppolone

Pur avendo giurato a me stesso che giammai avrei trattato dello sputtanatissimo buco della serratura sull'Aventino da cui si scorge la cupola di S. Pietro, mi trovo costretto a fare un eccezione per questo luogo altrettanto conosciuto fra le curiosità di Roma, con protagonista il medesimo celeberrimo cuppolone: Via Piccolomini e la sua famosa illusione ottica. Questa concessione al blockbuster delle curiosità Romane è dovuta al semplice motivo che, anche dopo aver sperimentato e mostrato l'effetto decine e decine di volte, la reazione di sorpresa e meraviglia è rimasta immutata nel tempo, per non parlare poi del fatto che questa via meriterebbe una menzione speciale solo per essere l'unica strada di Roma che molti di noi hanno percorso almeno una volta conducendo la macchina con la testa girata di 180 gradi, per apprezzarne al meglio l'effetto ottico in movimento (ai più cauti consiglio di guardare nello specchietto retrovisore).
Vista l'esiguità di questa visita, che consiste in un tragitto di circa 50 metri da effettuare in meno di trenta secondi, mi troverò costretto ad annoiarvi con una breve introduzione storica sulla cupola di S.Pietro e sulla sua reticenza a lasciarsi ammirare dall'omonima piazza del Bernini. Quella perenne insoddisfazione dei turisti che scattano foto sulla piazza davanti alla basilica  senza la speranza che possa scorgersi alle loro spalle qualcosa in più di 10 striminziti centimetri di cupola, è infatti conseguenza diretta di alcuni precisi dettami del concilio di Trento del 1563 in materia di architettura sacra, secondo cui nella costruzione di chiese e basiliche si sarebbe dovuta privilegiare la scelta di una pianta longitudinale a croce latina (con il braccio principale più allungato) rispetto a quella di una pianta quadrata a croce greca (quattro braccia di uguali dimensioni).
 

Tutto ciò pose fine ai dibattiti e alle scelte contrastasti dei vari famosissimi architetti che si succedettero nella realizzazione del progetto, previsto originariamente dal Bramante con base a croce Greca, e così sostenuto in seguito anche da Michelangelo. Seguendo le direttive del concilio l'architetto Carlo Maderno ebbe infatti la meglio su questi illustri predecessori, e con l'allungamento del braccio centrale realizzò infine la sua facciata in stile classico posta molto più in avanti rispetto al resto della struttura: da questo ne conseguì la quasi totale mancanza di visibilità della cupola a distanza ravvicinata. La piazza venne progettata in seguito dal Bernini proprio allo scopo di riequilibrare questo avanzamento.

Dopo aver provato a scattare una foto alla cupola senza successo maledicendo il concilio di Trento, vi consiglio a questo punto di allontanarvi dalla piazza, dalla strada e dal quartiere e di recarvi a via Piccolomini sull'Aurelia antica per rifarvi con una visuale decisamente più maestosa e soddisfacente del famoso cuppolone. 
Vi consiglio di portarvi all'inizio della strada all'altezza della rotatoria dove avrete modo di ammirare tra le due file di palazzi residenziali che costeggiano la via, l'imponenza della struttura che sembra essere proprio a pochi passi da voi (anche l'effetto notturno non è da sottovalutare). Per i pochi che ancora non conoscono il trucco è il momento di muoversi in direzione di S. Pietro, evitando possibilmente di schiantarvi a metà percorso per non aver rispettato lo STOP messo da qualche genio della circolazione stradale proprio a metà di questo rettilineo. Tenendo lo sguardo fisso sulla cupola vi accorgerete che pur andandogli incontro le dimensioni della stessa si ridurranno rapidamente fino a quando, giunti alla fine del tragitto, vi renderete conto di come il vostro obiettivo sembri infine piccolissimo e lontano. Ripetete il percorso al contrario (il conducente è esonerato dalla visione per l'incolumità degli altri passeggeri) e allontanandovi nuovamente fino all'altezza della rotatoria assisterete al verificarsi del fenomeno all'inverso, che riporterà l'imponente struttura a dominare di nuovo tutta la visuale.


Qual'è la spiegazione di questo sorprendente effetto? La prospettiva incorniciata dai palazzi rende la visuale della cupola libera da qualsiasi altro tipo di confronto, in poche parole non scorgendosi il contesto intorno, per una sorta di gioco cognitivo la nostra mente viene ingannata sulle dimensioni reali dell'oggetto in questione. Mano a mano che si procede in avanti il campo visivo tra i palazzi comincia ad includere tutti gli elementi di contorno del paesaggio. In questo modo, grazie ai raffronti con il contesto ormai visibile che circonda S. Pietro, il cervello riesce a rielaborare le dimensioni effettive dell'oggetto e l'informazione viene infine  trasmessa correttamente all'occhio. Non so se ci avete capito qualcosa, ma non è importante ai fini del gioco che, se ancora non siete stati a Roma,  vi consiglio di andare a sperimentare di persona.

In questo caso non ci sono orari ne biglietti da pagare..quindi attenti allo STOP e buon Natale a tutti!

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