Avevo promesso che saremmo tornati a parlare del simbolo della triplice cinta e del suo indecifrabile significato, e l'occasione ci viene offerta questa volta dal suggestivo monastero fortificato dei SS. Quattro Coronati al Celio. Ci troviamo infatti a visitare una delle più importanti basiliche medievali della città, un isola fuori dal tempo al centro di Roma dove ancora oggi sopravvive la misteriosa e affascinante realtà della clausura. La chiesa viene già menzionata nel 595 D.C. con il suo attuale nome, ma solo a partire dal 1138, quando venne affidata ai monaci Benedettini, il complesso cominciò ad assumere l'attuale aspetto con la costruzione del monastero, del chiostro e della cappella di S. Silvestro. Tutta la struttura venne infine affidata alle suore Agostiniane che ancora oggi la custodiscono e con le quali avremo occasione di interagire nel corso della visita. A questo proposito preparate gli spicci.
Se vi state chiedendo chi siano questi Quattro Coronati, sappiate che c'è una gran confusione in merito che coinvolge l'esistenza di ben due gruppi di martiri: il primo formato da quattro soldati romani martirizzati per ordine di Diocleziano (identificati con un generico Coronati in quanto solo successivamente se ne scoprì il nome), e il secondo da cinque scultori che vennero giustiziati due anni dopo per essersi rifiutati di scolpire la statua di un idolo pagano. Entrambi i gruppi vennero seppelliti in questa stessa basilica, e mentre tutti si dimenticarono dei poveri cinque scalpellini, i quattro soldati ne presero erroneamente il posto e i meriti artistici divenendo in questo modo i santi protettori degli architetti e dell'arte muratoria. Proprio perchè veneratissimi nell'ambito delle corporazioni medievali di muratori e scultori, antiche associazioni che precedettero la costituzione della massoneria, ad oggi ritroviamo il loro culto inserito negli statuti delle attuali confraternite massoniche europee (squadra e compasso vi dicono niente?). Praticamente dei santi massoni!
Vi consiglio di attraversare il cortile lasciando l'ingresso dell'oratorio di San Silvestro alla vostra destra e di entrare direttamente all'interno della chiesa, dove vi ritroverete catapultati in pieno medioevo tra resti di affreschi del XII secolo e l' originale pavimentazione in opus alexandrinum. La porta situata a metà della navata sinistra è l'accesso privilegiato che vi condurrà all'interno del più suggestivo chiostro medievale della nostra città. Dopo aver suonato il campanello potrete attendere che la suora venga ad aprirvi intrattenendovi in buona compagnia della testa mozzata di S.Sebastiano, conservata come macabra reliquia nell'altare a lui dedicato a pochi passi da voi.
Una volta ammessi in questo meraviglioso luogo senza tempo (un fiorino) avrete modo di ammirare lo splendido chiostro duecentesco, dove troverete ad attendervi due curiosità che solo a pochi osservatori e a chi avrà letto davvero questo post dicendomi "sì sì interessantissimo!!" con cognizione di causa, salteranno all'occhio. La prima è un incisione sulla lastra di marmo fra le due colonne del chiostro poste esattamente davanti all'ingresso, riproducente una curiosa tavola numerica. Secondo ipotesi ancora discusse potrebbe trattarsi di uno schema di gioco a punteggio, dove i punti venivano probabilmente assegnati facendo ruotare un tappo di sughero sulla superficie nell'attesa che si fermasse indicando un numero (colonne a punteggio minimo si alternano a colonne a punteggio massimo). Un' altra plausibile alternativa è che possa invece trattarsi di una sorta di regolo calcolatore.
La seconda curiosità è la presenza di un incisione della famosa triplice cinta di cui già abbiamo parlato a proposito della struttura architettonica della chiesa di S.Stefano Rotondo, motivo per il quale vi consiglio di andarvi a rileggere il post!! Come vi accennai a suo tempo, questo misterioso simbolo è stato ritrovato inciso fino al 1300 nei luoghi più disparati (piazze, usci di casa, chiese, chiostri e grotte sotterranee) senza che ne sia mai stato compreso veramente il significato e l'origine. Abbiamo parlato della simbologia del tre e delle sue possibili valenze esoteriche che ritroviamo nella progettazione di importanti strutture architettoniche circondate da una triplice cerchia di mura (castelli o città), ma soprattutto abbiamo visto come lo schema riproponga fedelmente quello del gioco del filetto, il che suggerisce anche in questo caso l' innocente ipotesi dello schema di gioco inciso sulla pietra a questo semplice scopo.
Ma noi, che siamo amanti dei misteri e dei complotti dei templari (a cui ormai attribuisco anche le le notifiche di mancato pagamento delle multe scadute per conto di equitalia), rifiuteremo con decisione la versione ludica della spiegazione di questo simbolo, che pretenderebbe di ridurre il tutto ad una partita a filetto tra frati ed operai in un momento di pausa dalle loro occupazioni. A parte il fatto che non vedo perchè un frate dovrebbe incidere il muretto del chiostro per una partita a filetto, neanche fosse uno scolaretto di seconda media che sfregia il banco col compasso, tale versione è messa in dubbio dalla presenza degli stessi simboli ritrovati anche su superfici verticali o oblique che renderebbero impossibile questo tipo di utilizzo. Più interessante l'ipotesi secondo cui tale schema di gioco potesse essere veicolato come codice criptato per la comunicazione di specifici e a noi ignoti messaggi (i templari sicuramente!). E' comunque strano che non ne venga più rilevata la presenza a partire dal 1300 e desta curiosità il fatto che molti di questi simboli vennero volutamente rimossi con il sopraggiungere del cristianesimo. Quale che sia il segreto di questo misterioso segno, non starò qui ad indicarvi il punto esatto in cui potrete scovarlo, in primo luogo perchè spero che troverete divertente questa piccola ricerca, e in secondo luogo per non essere l'unico ad aver fatto cento giri di chiostro scrutando ogni centimetro di superficie marmorea sotto lo sguardo preoccupato della suora custode.
Una volta scoperta la triplice cinta in tempi ragionevoli e dopo esservi chiesti "e mò?" senza ottenere risposta sensata, vi invito a godere dell'irreale silenzio di questo magico luogo, rotto solo dallo scorrere dell'acqua della fontana (una suggestiva fontana per abluzioni del XII secolo), dove ancora una volta riuscirete a sorprendervi di come al centro di questa amata e odiata metropoli possano ancora trovarsi degli angoli nascosti così fuori dal tempo.
Usciti dal chiostro e dalla chiesa sarà il momento di andare ad ammirare l'oratorio di San Silvestro, che in virtù dei suoi affreschi medievali è stato a ragione definito come la cappella sistina del medioevo.
Dopo l'ennesima scampanellata la suora receptionist dietro la grata vi passerà la chiave per accedere al suo interno (un fiorino). Dopo aver provato il piacere di entrarvi per vostra stessa mano infilando la chiave nella serratura, potrete finalmente ammirare un intero ciclo pittorico sulla vita dell'imperatore Costantino e di come papa Silvestro lo salvò dalla lebbra attraverso il battesimo. Tale episodio ci riporta alla più grande fregatura della storia della chiesa rappresentata dall'editto Costantiniano, documento con il quale il papa sarebbe stato ricompensato per il suo miracolo con la concessione, da parte dello stesso Costantino, della sovranità temporale su Roma, l'Italia e tutto l'impero d'occidente. Tale pezzo di carta, sventagliato dalla chiesa nel medioevo come prova inoppugnabile del proprio diritto ad esercitare la sovranità assoluta contro gli imperatori, si rivelò in seguito un clamoroso falso postumo inventato di sana pianta. I paraculissimi affreschi servirono dunque come vera e propria propaganda politica per rievocare questo episodio proprio quando nel 1246 lo scontro tra papato e impero si fece nuovamente aspro tra Federico II e e papa Innocenzo IV, che proprio tra le mura di questo monastero fortificato si rifugiò per salvare la pelle.
Ammirare nel silenzio di questa cappella la bellezza degli affreschi completamente immersi nell'atmosfera del tempo è un esperienza che vi porterete dietro anche una volta usciti.
Riscendendo verso il colosseo, e precisamente al numero 128 di Via S.Giovanni in laterano, vi straconsiglio una vera rosticceria napoletana dove con un eccellente rapporto calorie/prezzo potrete riprendervi dall'atmosfera mistica del monastero tra pizze fritte, panini napoletani e pastiere.
La basilica si trova in via dei SS. Quattro 20 e Il chiostro e l'oratorio sono visitabili dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 16:30 alle 18:00.
io l'ho trovato! ;)
RispondiEliminail posto è bellissimo (un angolo di quiete nel centro romano), ma dopo questo post ritorno ancora più motivata per cercare la "partita a filetto" ;)
RispondiEliminahehe allora ci diamo un appuntamento e se famo na partitella insieme ;)
RispondiElimina@ anonimo vogliamo le prove :D
Si carino, ma il papa che battezzò Costantino, fino a prova contraria si chiama Silvestro.
RispondiEliminaE poi datte pace, ma la donazione costantiniana ci fu realmente. Forse ti confondi con il falso editto costantiniano in virtù del quale gli zingari (per me questa parola non ha nulla di negativo e non ho problemi ad usarla) si diedero il nome di "Rom".
La questione comunque è molto complessa e non si risolve con un commentino pseudosarcastico come il tuo. Ringrazia puttosto la Chiesa romana per le tante opere d'arte che ci ha lasciato. Almeno quelle.
@Corrado Grazie Corrà, Silverio è stata una svistaccia che ho corretto grazie a te! ;) In quanto all'editto ti invito ad approfondire, in quanto conosciuto proprio come il più clamoroso falso della storia, allo scopo di legittimare il potere della chiesa contro il potere temporale. Poi per quanto la questione sia complessa non ho certo la pretesa di discutere tematiche religiose, ma solo invitare i lettori a conoscere il nostro patrimonio artistico e culturale. Comunque grazie per la correzione della svista e a presto ;)
RispondiEliminaeheh vero era silvestro.
RispondiEliminacmq si sprecano pagine e pagine di critica storica, ma i più concordano con fatto che sia stato un grande falso. tanto di cappello, bravi loro :)
Io stavo a scatta' la foto ma un templare me s'è messo davanti dicendo che per far scattare la foto voleva un fiorino: io non lo avevo e quindi... niente foto (mi sa che era un templare filippino, visto che aveva anche un mazzo di rose rosse in mano: altri 2 fiorini per una rosa) :-D
RispondiEliminaVeramente interessante, come sempre, il post... scritto anche con uno stile più diverso degli altri.
Mo' me tocca pure anda' a prova' la friggitoria napoletana, te pòssino !!!! :-D
@Jajo hahahaha ma quale templare e Filippino...te lo dico io era la sora del chiostro! ;)
RispondiEliminaQuando ci siamo entrati l'anno scorso siamo rimasti letteralmente estasiati.. Volevo informarti che le suore si sono aggiornate, non accettano più fiorini ma vogliono gli euro.. Il chiostro hai ragione, è davvero mistico, mi sono persa negli affreschi, e sono rimasta incantata dalla fontana al centro, l'acqua che gorgogliava evocava i ricordi dei tempi passati.. Son sincera, non ho notato l'incisione, né ero a conoscenza che ci fosse nascosta da qualche parte questa triplice cinta.. Devo riguardarmi le mille foto scattate, a vedere se "per caso" l'abbia invece immortalata e non me ne ricordo..
RispondiEliminaDi sicuro posso dirti che Monastero, restauro a parte che praticamente copriva tutto l'abside, e Chiostro sono meritevoli di visita, e anche di ritorno a visitarli..
Qiando ci sono stata io però non è stato possibile visitare l'oratorio di San Silvestro, me lo metto in agenda e ci andrò fra una ventina di giorni qando torno a Roma..
Mi sa che voglio fare troppe cose in 5 giorni, ma mi attrezzerò per farle, e se non ci incastrano, le farò la prossima volta!!
hehehe possiamo sempre provare a rifilargli un fiorino! ;) Adesso l'oratorio è finalemente visitabile e vale veramente la pena tornarci.
Eliminabellissimo questo complesso! ci sono stata proprio ieri. Non ho trovato questa incisione che dici... e mo me tocca tornacce??? :)
RispondiEliminatroppo carino questo blog complimenti!
Neanche una parola sull'Aula Gotica. E poi andate cercando misteriose e fasulle incisioni!
RispondiEliminaNeanche una parola sull'Aula Gotica. E poi andate cercando misteriose e fasulle incisioni!
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