Se durante la messa domenicale in un mattino di pioggia il profumo di incenso venisse improvvisamente sovrastato dall'odore di cane bagnato, se un latrato dovesse riecheggiare più in alto del coro liturgico e se le acquasantiere iniziassero a moltiplicarsi ospitando al loro interno pesci rossi e tartarughine d'acqua dolce, non resterebbero che due sole spiegazioni: o siete sotto l'effetto di qualche allucinogeno, oppure state assistendo alla messa di benedizione degli animali in onore di S.Antonio Abate, nella chiesa di S.Eusebio all'Esquilino. S.Antonio è considerato uno dei più illustri eremiti della storia della chiesa, e per quanto nei suoi lunghi soggiorni in solitudine avesse rifuggito la compagnia di qualsiasi presenza sia umana che animale, l'iconografia classica medievale ce lo consegna circondato da animali da cortile, dove tra tutti spicca immancabilmente il maiale, il cui grasso veniva tradizionalmente usato per la cura delle malattie della pelle che rientravano sotto l'infausta categoria "fuoco di S.Antonio". In virtù di questo utilizzo a scopo curativo, l'allevamento del maiale veniva eccezionalmente ammesso all'interno delle mura delle città in cui fosse presente una sede dell'ordine monastico degli Antoniani. Ed è proprio da questa associazione che nacque la figura di S.Antonio come protettore degli animali.
Il 17 gennaio, giorno dedicato al Santo, ha dunque luogo la cerimonia di benedizione degli animali, precedentemente (e più logicamente) operata nella chiesa di S.Antonio Abate, e in seguito trasferita per motivi di traffico nella più riparata S.Eusebio. La data diventa quindi un'occasione unica per scoprire una tradizione ancora in vita e soprattutto per fare conoscenza con la più variegata umanità del rione.
Mentre le "gattare" continuano a confermarsi come la "animaliste" più invasate, a sorprenderci contribuiscono tutta una serie di personaggi tra i quali è doveroso stilare una personale classifica in quanto ad originalità e stravaganza. Nella categoria del più impavido e paziente vince a mani basse la signora con la ciotola della tartarughine acquatiche. A parte la complicazione di trasportare in loco un ciotolone pieno d'acqua (ma io non faccio testo, rovescerei un bicchiere d'acqua per un tragitto appena più lungo di 15 metri), il coefficiente di difficoltà viene in questo caso enormemente accresciuto dalla contingente situazione metereologica. E a questo punto sorge una domanda: avrebbe avuto senso riparare le tartarughine con l'ombrello?
Il premio al più tradizionalista va alla bambina con il coniglio. In un passato non troppo remoto ad essere benedetti erano infatti tutti quegli animali da cortile o da trasporto che possedevano un valore concreto nella vita dell'uomo, come fonte primaria di sostentamento e in certi casi di ricchezza (dalle mucche ai cavalli), ed è solo recentemente che il pubblico delle benedizioni ha virato verso più gestibili animali domestici e da compagnia. Non nascondo che avrei sperato di scorgere almeno un maiale o un ovino, ma tutto sommato non posso negare che anche il coniglio abbia fatto la sua porca figura (il riferimento al maiale è d'obbligo) come degno rappresentante degli animali da cortile. Tra i personaggi più ambigui e sospetti spadroneggia al primo posto il bambino con una gabbietta contenente un insetto stecco mimetizzato tra due ramoscelli. Dobbiamo credere che fosse realmente mimetizzato o possiamo supporre che il fanciullo ci stesse prendendo tutti sapientemente per il culo? La palma per la più esibizionista va indubbiamente alla signora con la coppia di furetti che, per aver posato davanti agli obiettivi con più impegno di Nicole Kidman sul red carpet, ha dato legittimamente adito al sospetto che li avesse affittati per l'occasione.
Il premio al più fantasioso? La bambina col dinosauro di peluche, anch'esso immancabilmente benedetto dal sacerdote.
Non manca il più devoto che, alla faccia di chi sostiene che i pesci rossi rechino meno soddisfazione affettiva delle piante, è colui che ho appunto ribattezzato il ragazzo del pesce rosso, perennemente contrito in uno stato di adorazione mistica nei confronti della propria vaschetta durante tutta la celebrazione.
Infine in mezzo ad una corposa legazione di volatili pennuti, i quali avranno probabilmente sbadigliato di noia a sentir parlare di un comunissimo e da noi bipedi banalmente agognato regno dei cieli, c'è la vera rappresentanza di massa: e mai come in questo caso l'espressione inglese "piovono cani e gatti" avrebbe potuto rivelarsi più azzeccata per fare riferimento al pubblico di questa particolare messa con diluvio. Stupisce il comportamento "educato" e tutto sommato poco rumoroso del popolo quadrupede, con la sola eccezione del momento dello scambio del segno di pace, quando i padroni osano avere un contatto fisico con gli estranei scatenando le gelosie e il dissenso della rappresentanza canina. Per il resto tutto procede regolarmente nella ritualità di una messa dove a distinguersi è solo il pubblico d'occasione. Il momento più atteso, come in ogni rappresentazione che si rispetti, arriva proprio sul finale, quando preti, sacerdoti e chierichetti si dividono il compito benedicendo uno ad uno gli animali vestiti a festa per l'occasione, fino ad giungere all'esterno, dove decine di fedeli attendono il momento ufficiale della benedizione di massa.
All'esterno tutto assume i contorni di una festa rionale, con tanto di banda dei carabinieri pronta ad esibirsi sotto i portici di Piazza Vittorio.
La chiesa si è svuotata ed è arrivato il momento di scoprire un tesoro sconosciuto nascosto sul retro dell'altare. S.Eusebio custodisce infatti un meraviglioso coro ligneo intagliato a figure grottesche, unico esempio presente a Roma. Ed è proprio il caso di dire che un simile tesoro lo conoscono veramente in quattro gatti.
Tu che animale hai portato? ;)
RispondiEliminaio ho beneficiato degli schizzi d'acqua santa rimpallati dal pelo canino..che dici me farà bene?
EliminaGarbo, ironia, scoperta di angoli e riti nascosti.
RispondiEliminaDescritto così bene che verrebbe voglia , l'anno prossimo, di portsrci anch'io un gatto.
Grazie Costantì! Anzi se ne porti un paio me ne presti uno, così sembrerò meno un intruso ;)
EliminaAho, ma li trovi tutti tu???? :)))
RispondiEliminap.s. sabato scorso sono andato a Dragona ;)
dai grande!! E non commenti? O hai in preparazione un post sul tema? ;)
EliminaNo, nessun post. Mica è robba che se magna! :D :D :D
EliminaOra vado a commentare ;)
con la sfiga di questo periodo mi ci devono portare a me a benedirmi!!!
RispondiEliminahai saltato il giro, devi aspettà il prossimo 17 gennaio! daje che la sfiga non esiste!!! :)
EliminaFantastico! La mia ragazza avrebbe senza dubbio portato me!
RispondiEliminaCome darle torto ;)
EliminaNon sapevo che ai cani e gatti piaceva la messa, chi sa se loro sono più religiosi di noi,cosi come sta andando il mondo è possibile. Ottimo post
RispondiEliminaPiù religiosi di me sicuramente. Ma non è certo per mancanza di religione che il mondo va male, fosse così semplice! Grazie Daniela!!
EliminaPost...animalescamente bello e lo condivido,OK?
RispondiEliminaE me lo chiedi? Mi fa solo animalescamente piacere che tu lo condivida! Grazie e a presto!!
Eliminama che bel blog!
RispondiEliminaRoma mi manca molto
( una lucana trapiantata a Roma e poi.. chettelodicoaffà.. me tocca sta a Milano )
grazie
Adelia
Benvenuta Adelia, e grazie! Dai che Milano non è così male...vista da qui ;)
EliminaPost divertente e senza insipide scontate tenerezze animalistiche! Bello!
RispondiEliminaComunque credo che il bimbetto con l'insetto stecco non barasse, siamo stati anche noi felici proprietari di uno stecco e devo dire che è l'animale da compagnia perfetto! Discreto e silenzioso!
Ciao...
ops mi eri sfuggita! E pensare che mi hai anche svelato l'arcano: l'insetto stecco può essere un animale da compagnia :)) un salutone in ritardo!
Elimina