Una volta che avrete esaurito tutte le cartucce di un tramonto sul lungotevere, uno scorcio panoramico dal Gianicolo e un panino con la salsiccia dallo zozzone, una delle esperienze più romantiche che ancora vi resta da offrire nella nostra città è senza dubbio una passeggiata nel suggestivo cimitero acattolico di Testaccio. E se la proposta suonerà troppo macabra, vi consiglio allora di presentarlo sotto l'altro nome, decisamente più convincente ed evocativo, di "cimitero degli artisti e dei poeti".
La storia di questo luogo è legata in realtà proprio al termine acattolico, in quanto in passato non era permesso dare sepoltura in chiesa o comunque in terra benedetta ai non cattolici (protestanti, ortodossi, suicidi o semplici artisti stranieri di passaggio in Italia). Per questo motivo i corpi dovevano essere seppelliti fuori dalle mura della città e le inumazioni avvenivano soprattutto di notte per evitare incidenti e spiacevoli intromissioni di fanatici religiosi o semplici ubriachi molesti di passaggio. Tra la fine del settecento e gli inizi dell'ottocento, questa parte della campagna Romana a ridosso della mura Aureliane e della piramide di Caio Cestio, venne mano a mano riconosciuta come zona di sepoltura e quindi recintata, in parte a spese delle autorità pontificie e in parte e soprattutto grazie all'intervento di ambasciate e rappresentanze diplomatiche straniere. Il cimitero ospita infatti per la maggioranza cittadini stranieri e cominciò ad accogliere dalla seconda metà del '700 le spoglie di artisti, scrittori o semplici studenti Nordeuropei, che al tempo del cosiddetto Neoclassicismo, affascinati dalle vestigia del nostro passato classico, si recavano numerosi in Italia per quel famoso viaggio di scoperta che spesse volte, proprio tra tali e tanto agognate bellezze, trovava la sua fine con la morte.
Una delle storie più significative è senza dubbio quella dello scultore Statunitense William Wetmore Story, la cui tomba è ormai divenuta icona dello spirito romantico del luogo, nonchè meta di pellegrinaggio di adolescenti emo-gothic e giovani fotografi tormentati, a cavallo tra le sonorità oscure e malinconiche del gothic rock e i versi inquieti di poeti neoromantici anglosassoni.
La scultura dell'angelo piangente sulla tomba è stata più volte ripresa sulle copertine di album metal (dai finlandesi Nightwish ai più conosciuti Evanescence) e così come riportato in epigrafe, rappresenta l'ultimo lavoro di William Story prima della sua morte, scolpito come opera celebrativa per la sepoltura della defunta moglie. L' "Angelo del Dolore" (Angel of Grief) è una vera e propria evocazione della sofferenza per la perdita di una persona amata, e se il nome è già di per se sufficiente a far colare fiumi di eyeliner dagli occhi di giovani metallari romantici, ciò che realmente colpisce e commuove è l'immediata percezione di un "dinamico immobilismo" dello sconforto, grazie alla capacità dello scultore di trasmettere a questo corpo fatto di pietra quel molle abbandono nel dolore, in cui sembra solo mancare il sussulto di un singhiozzo a scuoterne il corpo e le ali. L'artista morì poco dopo l'ultimazione dell'opera e venne sepolto in quella stessa tomba da lui plasmata ,insieme alle spoglie della compianta moglie. Ormai perfettamente in sintonia con lo spirito del luogo, sarete pronti a conoscere e immaginare le decine e decine di altre storie, circondati da artisti, pittori, scultori, poeti, filosofi e attori che a cavallo di due secoli, e provenienti da ogni parte del mondo, decisero un giorno di incrociare il proprio destino con Roma, che ancora oggi li accoglie in questo piccolo giardino botanico tra cipressi e rose selvatiche, in un tempo sospeso tra l' ombra della piramide e il traffico della via Ostiense.
Non meno straziante è la storia del celebre poeta inglese Shelley, morto annegato al largo della costa Toscana a bordo di un vascello (e bisogna concedergli che in quanto a morte romantica, modalità e ambientazione sembrano essere state curate nei dettagli) e cremato sulla spiaggia di Viareggio. Le ceneri vennero seppellite nella cosiddetta zona vecchia del cimitero, mentre il cuore riposa oggi in Inghilterra al fianco della moglie Mary Shelley. Il suo amico Edward Trelawny strappò infatti alle fiamme il cuore del poeta durante la cerimonia di cremazione on the beach, il quale fu successivamente custodito dalla vedova Shelley fino alla morte e con lei seppellito in terra natia in quest'ultima espressione di macabro romanticismo e amore eterno. Se in tutto questo vi manca ancora l'elemento d'atmosfera, sappiate che Mary Shelley è la celebre autrice del romanzo "Frankenstain", uno dei più grandi miti letterari gotici di tutti i tempi. A completare tanto struggimento rimane l'epigrafe che riprende tre versi del canto di Ariel dall'azzeccatissima "tempesta" di Sheakspeare: "Nothing of him that doth fade, but doth suffer a sea change, into something rich and strange"(Niente di lui si dissolve ma subisce una metamorfosi marina per divenire qualcosa di ricco e strano).
A questo punto l'itinerario vi obbliga a scoprire le tombe di altri importanti personalità, quali il poeta inglese John Keats, seppellito nella parte antica del cimitero (forse la zona più tranquilla e che più rispecchia la serena atmosfera del luogo) e il nostro filosofo e politico Antonio Gramsci, uno dei pochi Italiani ad aver avuto l'onore di essere sepolto in questa enclave di stranieri.
Visite obbligate a parte il consiglio che vi do è quello di non cercare, ma di lasciarvi attrarre e richiamare dalla forza, il fascino, l'involontaria bellezza o lo studiato eccesso di queste lapidi e sculture, che vi porteranno di volta in volta a conoscere un pittore, una scrittrice, un filosofo o un artista in una personalissima ricerca che ha inizio in questo giardino e si concluderà magari sulle pagine di un libro al vostro ritorno. Potreste ad esempio scoprire un pittore Tedesco della metà dell'ottocento a partire dalla sua tomba magnificamente rock (Freidrich Geselchap), o fare la conoscenza di un'attrice Inglese dei primi del novecento incuriositi da quella strana statua classica di donna tranciata a metà (Belinda Lee).
Sono certo che ognuno porterà impresso il ricordo di un nome, di una statua o di un epigrafe, a seconda della propria sensibilità o stato d'animo del momento. In quanto a me, portate i miei saluti al piccolo Georges Volkoff: è quel bambino vestito di tutto punto che mentre stringe il suo quaderno tra le mani, volge lo sguardo verso qualcosa che non possiamo vedere, ma che sembra non spaventarlo affatto, con una serenità dipinta sul volto che diventa quasi contagiosa e che ci porteremo dentro fino a quando, usciti nuovamente all'esterno, torneremo a riprodurci in quei versi a noi decisamente più consoni e molto meno Shaekspeariani, rivolti all'ausiliare del traffico che ci ha appena lasciato la sua personalissima epigrafe sul parabrezza della macchina.
Il Cimitero acattolico si trova in via Caio Cestio 6 ed è aperto dalle 9:00 alle 17:00 (domenica e festivi 9:00 - 13:00). Per la visita siete invitati a lasciare un'offerta di due euro, destinata al mantenimento del posto. All'interno è presente anche un piccolo centro visite dove potrete approfondire la vostra sete di conoscenza sugli illustri ospiti di questo incantevole giardino.
L'ho sempre pensato che con le parole sai trasformare qualsiasi cosa un un bellissimo posto... perfino un cimitero!!
RispondiEliminaBellissimi dettagli davvero!!
Un saluto e a prestissimo!
issimo, issimo questo post! ci hai fatto venire voglia di ritornare :D
RispondiEliminaA volte i Cimiteri diventano una entità d'arte,senza perdere il loro ruolo di riposo
RispondiEliminaper chi è già vissuto.
@Sara Grazie 2000, bello stimolo per continuare :)
RispondiElimina@labanda Prima di tornare li ricordate sempre che mi dovrete accompagnare in uno dei prossimi "sopralluoghi" :)
@ Costantino benvenuto. Vero vero vero
conosco conosco e la scultura Angel of Grief è davvero struggente. Perché rende esattamente il dolore del marito per l'amata moglie...
RispondiEliminaAndrea
RispondiEliminagrazie per aver visitato Lazio segreto.
Scopro sempre più spesso di non essere il solo in cerca di sante in estasi,are funerarie e alberi di corniolo e come sai anche di anamorfosi palindrome e piramidi etrusche.
Di Pozzo hai visto la galleria al Collegio di S.Ignazio da Loyola ? Accanto alla Chiesa del Gesù dopo le 16,00.
Ciao Rolando! Grazie a te per essere passato :) La galleria l'ho già recensita nel post "dice che anche a casa di S.Ignazio c'è il 3D". Continuerò a seguirti molto volentieri! A presto.
RispondiEliminaMille grazie per darci tutte queste notizie storiche che....diciamocelo, molti di noi romani non conoscono. Sei di stimolo a conoscere ed io ci andrò a questo piccolo cimitero..
RispondiEliminaCiao Simo e benvenuta!! A questo punto mi aspetto un altro commento dopo la visita...sono curioso di sentire le tue impressioni!
Eliminaci sono stato oggi, bellissimo, emozionante..
RispondiEliminaCiao bizio e benvenuto! hai visto che meraviglioso angolo di pace?
EliminaL'ho visto due volte e ho sempre la voglia di ritornare! Bellissimo e suggestivo come cimitero :)
RispondiEliminaCi sono stata la settimana scorsa,era da un bel po'che volevo andare nel cimitero acattolico,non solo per la sua bellezza,ma anche perché sono stata attratta dalla tomba di Elsbeth,ne avevo sentito parlare qualche tempo fa,mi incuriosi la storia del fiore fresco che appare ogni giorno nella sua mano,ma che nessuno sapeva il perché o chi ce lo mettesse , cercando cercando ho scoperto la verità su questo fatto. Ma anche la sua storia mi incuriosisce molto, è morta a soli 18 anni la prima notte di nozze,ecco perché il suo fidanzato Ferdinand Seeboek la scolpi su un letto con l'abito da sposa. Ma cosa le è successo? Come è morta? Vorrei sapere di più su di lei...
RispondiElimina" Ella passó da un sonno d'amore alla vita degli angeli"