Non tutti sanno che accanto ai celeberrimi Pietro e Paolo, santi patroni ufficiali della città di Roma, viene annoverata anche una certa Francesca Romana nel ruolo di compatrona e santa protettrice degli automobilisti. E mentre tutti riconosciamo la legittimità dei patroni del ponte di Giugno in virtù dell’agognata chiusura di scuole e uffici, e di una festa un po’ paesana sulle rive del Tevere illuminata da scenografici fuochi d’artificio, con evidente ingratitudine ci dimentichiamo di rendere omaggio alla povera Francesca in occasione del ben più sobrio e purtroppo lavorativo 9 Marzo. Un'innocente discriminazione dovuta al fatto che da sempre, e senza eccezione per i santi, a noi romani ci si conquista con "fancazzismum", panem et circensem. In realtà, proprio in occasione del 9 marzo, ricorrenza della morte della pia donna, il monastero delle Oblate a Tor de' Specchi apre ogni anno le sue porte al pubblico per svelare un pezzo di storia a cavallo tra Medioevo e Rinascimento: una storia fatta di santità, vita quotidiana del tempo e un pizzico di antico dialetto volgare Romanesco.
La vita di Francesca è la vita di una donna che in giovanissima età, e nonostante la sua fortissima e precoce vocazione, venne data in sposa a un ricco bovattiero di Trastevere, il quale ebbe la sfortuna di rimanere infermo a seguito di una ferita procuratasi nel corso di una delle tante faide che caratterizzavano la vivace vita cittadina dell’epoca (come sempre sponsorizzate dalle famiglie Orsini e Colonna). Durante tutta la sua vita, tra l'altro funestata dalla perdita di ben due figli, Francesca si destreggiò tra dedizione familiare, doveri casalinghi e una totale devozione a Dio (con la sola eccezione di una disastrosa performance in economia domestica, esemplificata dall’episodio in cui decide di svuotare i granai del suocero per sfamare i poveri della città, supponiamo con sommo disappunto del parente). Gli effetti collaterali di una vita in perenne tensione tra compulsivo senso del dovere familiare e perenne insoddisfazione degli istinti vocazionali, si esemplificarono probabilmente nelle celebri visioni e cosiddetti stati d’estasi che ci vengono tramandati dalla sua ricca agiografia. Il nodo di questo difficile equilibrio tra vita coniugale e richiami ascetici, venne finalmente sciolto quando, dopo 28 anni di unione, il marito Lorenzo Ponziani si arrese alla castità della moglie aprendole in questo modo la strada per l'agognata carriera monastica. Il monastero delle Oblate è il risultato dello sviluppo della casa-torre che Francesca acquistò per ritirarsi infine con le sue prime 13 adepte-consorelle. Le opere che vi attendono all’interno valgono certamente lo sforzo di una lunga coda all’ingresso in occasione dell'apertura speciale, quando con un misto di scocciatura e sorpresa vi chiederete in maniera più che legittima: "ma solo io nun conoscevo 'sta Francesca?".
Superato l’atrio di ingresso, dove un antico sarcofago romano fungeva da mangiatoia per il mulo della santa (alla faccia nostra che ancora mangiamo nei piatti di Ikea!), il passaggio attraverso la cosiddetta Scala Santa costituirà l'illusorio attraversamento di un suggestivo varco temporale, che nel giro di pochi gradini ci trasporterà direttamente in pieno XV secolo. Immediatamente alla nostra sinistra scopriremo l’antico oratorio del Monastero, un vero e proprio gioiello di arte Medievale in cui lungo tutte le pareti, sovrastate da un soffitto ligneo originale di mirabile fattura, si snodano una serie di affreschi attribuiti ad Antoniazzo Romano sulla vita e le opere della Santa, in cui i primi accenni di prospettiva cominciano a sancire il passaggio verso un nuovo modo di rappresentare il mondo. La narrazione delle opere di Francesca ci offre un prezioso spaccato dell’epoca circoscritto all’ambito cittadino della Roma del Quattrocento, in cui le didascalie in antico dialetto volgare romanesco, oltre a fornirci l'occasione per un divertentissimo esercizio interpretativo che ci accompagnerà nella lettura di ogni singolo episodio, ci rivelano al tempo stesso il contesto culturale di un mondo e di un'epoca perfettamente rappresentata nei piccoli dettagli della vita quotidiana.
Oltre a miracoli più canonici e di elevato spessore morale come la resuscitazione di un neonato “affocato” durante la notte, Francesca si dedica anche a esercizi meno impegnativi come curare il bullo colpito alla testa dopo una rissa o sanare il giovane con il piede in cancrena a seguito di un colpo d'ascia autoinflittosi durante l'operazione del taglio della legna..e chissà che anche lei non abbia pensato fra sè e sè: ma guarda che coglione! (Uno chiamato Iuliano tagliando le legna se tagliavo quasi tucto lo pede difra spatio de cinque mesi lo pede selli fractoavo recomandandose alla beata Francesca essa toccandolo subito fu sanato). Il miracolo del vino, cavallo di battaglia di Gesù magistralmente eseguito in occasione delle celebri nozze di Cana, viene ripetuto dalla Santa in una versione leggermente diversa, e probabilmente persino più efficace: a fronte di un Gesù che "si limita" infatti a trasformare l'acqua in vino, Francesca si spinge oltre facendo direttamente apparire dal nulla il dolce nettare all'interno di una botte testè svuotata (Avendo la beata Francesca data alli poveri una bocte de vino. puoi miracolosamente fu trovata la dicta bocte piena de buono et optimo vino). Spicca infine una coloratissima rappresentazione dell' inferno strutturato secondo i canoni danteschi della divina commedia, protagonizzato da una grottesca figura demoniaca accomodata a ricevere "quelli che so presentati a Satanasso".
Una volta tornati sulla scala santa, gli ultimi tre gradini sanciranno il passaggio dalle didascaliche descrizioni del quotidiano all'immaginario paranormale delle lotte della santa contro i demoni, rappresentate lungo la parete dell'antico refettorio. La scelta stilistica di una monocromia in grigio-verde, con l’unica eccezione del rosso acceso delle fiamme sprigionate dalla bocca e dalle orecchie dei diavoli, si presenta ai nostri occhi come del tutto moderna e raffinata.
Le storie sono sempre accompagnate dalle solite didascalie che ci raccontano episodi sul genere di “Como li maligni spiti stracciarono alla beata Francesca certi libri de oratione et da puoi strascinaro essa beata con grande terore fore della sua cella”. Elemento ricorrente è la figura dell’angelo custode, che nonostante venga costantemente raffigurato in inutile immobilismo sulla scena del sopruso, con un intervento finale salva Francesca quando le cose iniziano a mettersi male: Como la beata Francesca stando in oratione nella soa cella li vennero certi demonii e con certi nervi de animali la battierono tanto crudelmente in muodo che se non fussi lo angelo perche continuamente con essa era assai piu la molestavano (un po’ la stessa struttura narrativa che ritroviamo nei telefilm e nei cartoni animati con lo yattaman di turno che interviene all’ultimo minuto per salvare i "buoni" dai "cattivi").
Come in tutti i pellegrinaggi che si rispettino è quasi d'obbligo un giro nella cella della santa dove sono custodite la macabra reliquia di uno stinco e qualche colorato capo d’abbigliamento. Purtroppo il chiostro, i giardini e il refettorio rinascimentale non sono stati in questa occasione aperti al pubblico: un motivo in più per tentare di contattare le Oblate per telefono o via mail con la richiesta di una visita privata più esaustiva e possibilmente meno affollata (oblate@tordescpecchi.it, tel. e fax: 06 6797135).
Chiudiamo con una piccola curiosità: tra le varie caratteristiche attribuite a S. Francesca Romana le viene riconosciuto anche il dono dell’ubiquità, in virtù della propria capacità di conciliare alla perfezione i suoi doveri di madre, moglie e benefattrice. E proprio per questo motivo è stata assurta in tempi più recenti al ruolo di santa protettrice delle automobili e dei mezzi di locomozione in genere (la conquista della nuova velocità assimilata alla capacità di essere ovunque nello stesso momento). In realtà, quotidianamente bloccati nel traffico della tangenziale alla velocità di 4 metri orari, oggigiorno non possiamo fare a meno di pensare che più che da una santa con il dono dell’ubiquità, noi automobilisti romani saremmo più correttamente rappresentati da una santa affetta da bradipismo letargico acuto.
La santa la trovo di una noia mortale, mi perdoni la battuta blasfema? Ma il ciclo di affreschi merita la fila, è davvero gustoso. E stavolta non suggerisci nessuna merenda? Da te mi sarei aspettata una puntata a Portico d'Ottavia dopo la visita...;-)
RispondiEliminala merenda al portico d'ottavia troverà il suo spazio in una prossima puntatina al ghetta...;) Francesca noiosa? E tu la sai riempire una botte di vino? ghghgh
EliminaAndrea me lo spieghi cos'è un "bovattiero"? ..
RispondiEliminaLa storia di Francesca .. la rendi interessante con l'uso delle parole tue.
Solo che mica l'ho capita perché divenuta protettrice degli automobilisti..ma solo per voi di Roma.. in eterna fila ?? :P
Azie ancora e poi t'arriva mia pregiatisssima mail ;-)
E in bocca al lupo e in culo alla balena, a te e a tuo socio, sicurissima che il libro sarà successone :-)
a Chaillrun...il bovattiero da bove...insomma un vaccaro...un ricco commerciante di bestiame! te devo spiegà tutto a te! Francesca è stata fatta protettrice degli automobilisti nel momento in cui la macchina venne considerata un mezzo rapido di spostamento e quindi affine al dono dell'ubiquità (chiaramente mezzo rapido non vale a Roma)! E visto che una volta si usava benedire gli animali, quando cominciarono a diffondersi le prime macchine si pensò anche ad un santo per la benedizione degli automezzi!
EliminaCrepi il lupo e fammi sapere se ti piace quando lo ricevi!
Nooooooo il tuo libro, ma dai!!! Peccato non essere a Roma per la presentazione, ci sarei venuta subito a farti i complimenti. Però il regalo me lo faccio, ora vado a vedere il sito per acquistarlo. Daje che mi diventi famoso.
RispondiEliminaGrazie Tiziana! Peccato sarebbe stato un piacere conoscerti! E grazie 100000 per la tua promozione su facebook :) ( lì non commento perchè poi pare che me la canto e me la sono..come si dice a Roma ;) )
EliminaE' il minimo da farsi quando si crede nelle capacità di qualcuno. In bocca al lupo.
EliminaCerto che se lo famo ma lo vojamo caa dedica il 2 aprile!
RispondiEliminastefà il 2 aprile me stai a trovà paa dedica :D! E' il 20!!!! ;) e cmq certo che sì!
EliminaAndrea; io ne voglio uno dei tui libri. Come poso fare per che arrivi a Siviglia? Quanto mi costerebbe?
RispondiEliminaBaci! Tomás
ciao Tomàs! Grazie con piacere...mi informo e ti faccio sapere!! un abbraccio!
Eliminaauguri per questa meravigliosa fatica letteraria!!!
RispondiEliminaauguri un parde..vedi de venì alla presentazione ;)
Eliminae che me presteresti il cane della storia infinita?? così arrivo volando?, non abito "esattamente" vicino Roma! sennò sarei venuto molto volentieri, il libro però ho già chiesto di farmelo comprare, da 'na burina che conosco ^_^
EliminaCome ho detto nel post di Pasquino, solo oggi sono arrivato qui. Ho letto tutto della Francesca, protettrice degli automobilisti non di Roma (che poi, detto tra noi, mi sa di protezione virtuale, solo per prendere i gettoni di presenza, poiché con tutti 'sti morti ammazzati sulle strade...), poi leggo gli altri.
RispondiEliminaMa a 'sto punto che ci vengo a fare a Roma, ti aspetto al varco e so che dai tuoi post saprò di questa città vita e miracoli. Il libro, va da sé, me lo ordino; se risponde alle aspettative, non offenderti, ma di dediche o autografi me ne farò un baffo, anzi tutti.
Bravo, bene, bis. E ciao.
Benvenuto gattonero!!! Ma come che ci vieni a fare..a maggior ragione dovrai venirci per toccare con mano ;)! Grazie mille per i complimenti...e per quanto riguarda il libro: promesso, niente dedica (mi levi da un bell'imbarazzo, non so mai che scrivere hehehe)!
RispondiEliminaI tuoi post sono davvero interessanti e mi aiutano a conoscere molti luoghi di Roma a me sconosciuti,nonostante a Roma sia venuto tante volte.
RispondiEliminaIl libro lo acquisterò di sicuro.
Grazie Costantino...! Come vedi il tempo che si dedica alla scoperta di Roma non è mai abbastanza! Un saluto, Andrea
EliminaGrandissimo Andrea! Ti faccio i miei più cari e sinceri complimenti prima per il post, e poi per il libro! Se fossi nei paraggi verrei con piacere alla presentazione... Mandala in streaming, magari ti vedrò dalla Sicilia :)
RispondiEliminaA presto!
Grazie Pierpà! Prima devo capì che vor dì streaming hahahaha!!
EliminaMiiii che soddisfazione che deve esse, vabbhè io nun posso venì, ma mica ho detto che se me capita nun me lo compro?! :)
RispondiEliminabella soddisfazione in effetti!! ;) grazie Maraptica, ma la soddisfazione me la date anche voi che seguite con costanza questo blog! un saluto
EliminaFrancesca Bussa, o "Ceccolella", o Santa Francesca Romana che dir si voglia mi era capitato di incontrarla parlando di Via dei Vascellari nel libro che ho appena terminato. Mi risulta però che il cognome del marito fosse Ponziani (mo' m'hai fatto veni' un dubbio :-D).
RispondiEliminaBello bello il monastero a Tor de' Specchi: purtroppo quest'anno non ho potuto ma l'anno prossimo ti emulo :-)
E meno male che ce sta Jajo che me corregge le bozze...;) Ponziani, Ponziani, levate il dubbio! 'zzie!
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