giovedì 22 novembre 2012

Dice che 'sta fontana è vietata ai minori


Parlare della "Roma nascosta" non vuol dire necessariamente fare riferimento a luoghi normalmente poco accessibili o comunque distanti dai nostri itinerari quotidiani, e con un pizzico di conoscenza e uno sguardo più attento, persino una frequentatissima rotatoria in pieno centro potrebbe infine rivelarci delle sorprese inaspettate. A dimostrazione di ciò prenderemo il caso della fontana di piazza della Repubblica, così evidente e conosciuta alla vista di ogni automobilista romano, con la certezza che la prossima volta riuscirete davvero a guardarla sotto una luce completamente diversa (e se dicessi "luce rossa" non sarebbe comunque un azzardo). Ad ogni modo, trattandosi di una trafficata rotatoria, il consiglio che vi do è di approfondire solo una volta che avrete parcheggiato il mezzo, per evitare di trasformare la vostra curiosità in un fuoripista automobilistico sotto i portici di piazza della Repubblica.

La storia di questo ardimentoso monumento ha inizio nella seconda metà dell'Ottocento, in concomitanza con le vicende che sancirono la tanto agognata fine del potere temporale dei Papi sulla città eterna. A quel tempo Papa Pio IX, evidentemente poco preoccupato per la piega che stavano prendendo gli eventi, pensò bene di distrarsi ulteriormente occupandosi dell'imponente ristrutturazione dell'antico acquedotto "Marcio". A conclusione dei lavori l'acqua venne molto modestamente ribattezzata "Pia" e la relativa mostra, in realtà piuttosto sobria e semplicistica, venne infine collocata presso l'attuale piazza dei Cinquecento di fronte alla stazione Termini (per chi ancora non lo sapesse, quando parliamo di "mostra dell'acqua" non facciamo riferimento a una cessa incontrata in piscina o alla compagna di un mostro marino, ma bensì a quel genere di fontana monumentale progettata come "esposizione celebrativa" dell'acqua trasportata a Roma attraverso gli antichi acquedotti). Il sarcastico popolo di Roma, consapevole della fine che avrebbe fatto il Papa di lì a poco, si espresse a tal proposito coniando lo slogan da stadio "acqua Pia, oggi tua domani mia", e infatti appena dieci giorni dopo l'inaugurazione, con la presa di Roma attraverso la celebre breccia di porta Pia, si pose trionfalmente la parola fine alla lunghissima monarchia papale con la definitiva annessione di Roma al regno d'Italia. Nel pieno fermento da rinnovamento edilizio che seguì alla proclamazione della città come capitale di Italia, si decise infine di ricollocare la mostra nella rinnovata Piazza Esedra, dove venne dunque costruita l'attuale nuova fontana. Anche in questo caso l'opera risultò piuttosto spoglia e così, in occasione della visita dell'imperatore di Germania a Roma, si decise di sistemare in via temporanea quattro leoni di gesso agli angoli della vasca a puro scopo decorativo. Un pò come tirare fuori il servizio buono quando viene l'ospite importante.


La svolta finale si ebbe nel 1887 con l'approvazione del progetto di un tale Mario Rutelli, il quale decise di rivoluzionare l'aspetto della fontana con l'allestimento di quattro colossali gruppi bronzei. Se il nome dello scultore vi fa pensare a un tale Francesco, alle sue ossessioni per passi e sottopassetti e a un'insopportabile moglie tuttologa da salotto televisivo di serie B, ebbene sì, Mario Rutelli era proprio il bisnonno del nostro "beneamato" ex sindaco di Roma (del quale preferisco senza dubbio la versione di Guzzanti). I quattro gruppi progettati dal Rutelli architetto che possiamo ammirare oggi sui quattro lati della fontana stanno a rappresentare le quattro ninfe dell'acqua, ognuna caratterizzata dall'audace accostamento alla bestia marina di riferimento. La ninfa degli Oceani che doma un cavallo (sarà per i cavalloni?), la ninfa dei laghi alle prese con un cigno e le ninfe delle acque sotterranee e dei fiumi rispettivamente e voluttuosamente sdraiate su una specie di lucertolone e un serpente marino. Da lì il nome di "Fontana delle Naiadi". Immediatamente scoppiò lo scandalo: i loro corpi nudi e bagnati, le pose lascive, gli sguardi sfrontati, fecero all'epoca enorme scalpore, e per lungo tempo la fontana rimase coperta da uno steccato in attesa di delibera. Ovviamente ciò non fece altro che aumentare la curiosità degli abitanti dei rioni il cui continuo via vai contribuì ad accendere ulteriormente lo scandalo. Il modo migliore per descrivere il clima dell'epoca è riportare lo snobissimo commento di un consigliere comunale dell'ala più conservatrice di influenza papalina, che con l'appoggio dei quotidiani vaticani così tuonava in riferimento alle Naiadi: “….non ninfe inebriate dall'acqua, ma ciociare ubriache di cattivo vino nelle pose più dimostrative”. Un genio.


A rompere gli indugi ci pensarono infine gli studenti con un'inaugurazione coatta (nel senso di forzata, ma forse pure un pò coatta) nel primo giorno di carnevale del 1911, il tutto con il beneplacito di un comune allora felicemente progressista e non ancora soggetto alle influenze clericali. Un gesto che rappresentò la vittoria della libera espressione artistica, del moderno laicismo, ma soprattutto della cessazione di una sterile polemica del cazzo, arte in cui da sempre in Italia siamo impareggiabili maestri. Ma l'opera non era ancora completa e solamente al trascorrere di undici lunghi anni venne proposta dallo stesso Rutelli un'integrazione con un ultimo armonizzante elemento centrale: tre tritoni in lotta con un delfino e un polipo. Tale delirio da rissa sottomarina non mancò ancora una volta di stimolare la fantasia dei romani che decisero di battezzarlo "il fritto misto". La copia temporanea realizzata in malta venne così relegata nei giardini di Piazza Vittorio e ancora una volta le Naiadi furono lasciate da sole. A quel punto il Rutelli, forse esasperato dopo le tante polemiche, o più probabilmente con un atto di consapevole ironia che rasentava il colpo di genio, optò per una soluzione di impatto che avrebbe messo tutti d'accordo, ninfe soprattutto. Ecco quindi ergersi sul gruppo il poderoso Glauco mentre stringe un guizzante delfino, simbolo della dominazione dell'uomo sulla natura. In poche parole un possente uomo nudo con un grosso pesce in mano, da cui si eleva lo schizzo principale dell'intera coreografia acquatica. Potremmo speculare per ore sui doppi sensi dell'opera e sugli effetti ambigui che ci regalano i diversi punti di osservazione, ma a toglierci di impaccio ci pensa questa volta il Sor Capanna, celebre cantastorie romanesco che con la sua lirica appassionata applicata allo stornello, così ci serve la sua giusta conclusione:

C'è a Piazza delle Terme un funtanone
che uno scultore celebre ha guarnito
cò quattro donne ignude a pecorone
e un omo in mezzo che fa da marito.
Quanto è bello quer gigante
lì tra in mezzo a tutte quante:
cor pesce in mano
annaffia a tutt'e quattro er deretano.

E con questo momento di altissima poesia vi lascio sperando che al prossimo giro di rotatoria a piazza della Repubblica riuscirete infine  a "vedere" quel qualcosa di più di questa bellissima fontana.



23 commenti:

  1. Che ve possino, a te a allo zio :-)

    Appena arrivo a Roma voglio proprio guardare, evitando possibilmente di rischiare la vita, visto il punto...;-)

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  2. Quando torno a Roma mi sa che mi faccio un giro in rotatoria.. :D

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    1. quando torni a Roma devi pure prende il libro hehehe :)

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  3. caro Andrea,
    è sempre bello leggere i tuoi post;, che mi fanno compagnia nella mia vita molto casalinga. Questo sabato avrei voluto tanto unirmi alla vostra passeggiata ma purtroppo non ho nessuno a cui lasciare li gnappo:-(( spero di rifarmi presto!

    Francy

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    1. ciao franci, non preoccuparti ne abbiamo ancora tante in programma! un bacione e a presto

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  4. il Fritto Misto! ^_^ haahah mai soprannome fu più veritiero e non solo per la fontana in se, ma anche per tutte le vicissitudini che la accompagnano.. troppo ridicolo!

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    1. considera che a me sto fritto misto piace pure parecchio! ma forse non c'ho st'occhio raffinato ;)

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    2. booh, me la son persa la fontana dal vivo..mo aspetterò altri 8 anni per tornarci a roma hahaha!

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  5. Dice che il primo soggiorno romano della mia vita si è rivelato un'esperienza meravigliosa, grazie anche alle splendide persone (fra cui un certo Andrea Barbati, lo conosci?) che mi hanno fatto da guida... :-))))

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    1. hehehe grazie Nick! peccato essermi perso il meglio con la tua presentazione. Recupererò con la lettura ;)

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  6. Insomma, troppo rumore per nulla su questa fontana? ahahahah mi fai sempre sorridere e ridere con le tue chicche su Roma. Grazie!

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    1. hehehe grazie...è una bella soddisfazione farvi conoscere la mia amata città senza annoiarvi!

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  7. e pensare che ci capito spesso ma adesso la guarderò con altri occhi

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  8. ahahaah, je l'hai fatta, allora. Son contento di averti ispirato. Ora, però, te devi 'mpegna' deppiù (e sai a cosa mi riferisco....:D :D :D)

    btw: sabato ero nei sotterranei de Santa Sabina...nun poi capì che c'è sta la sotto (e pure sopra, da li domenicani, sittecefano entrà, dopo che j'hai scritto che er diavolo pijava a serciate er Sor Domenico!!! ahahaahahha)

    Sciao bello! Fatte sentì ;)

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    1. hehehe mesà che la prossima volta che entro la pietra del diavolo me la spaccano in testa!

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  9. MI-HAI-FATTO-MORIRE... AHHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHHA... E la mostra dell'acqua? Vogliamo parlarne?? AHAHAHHAHAHAHAH... Grandissimo, a presto André!!

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  10. Ciao, Andrea.
    Gran bel post, come sempre. I fatti li conoscevo, ma raccontati da te sono tutta un'altra storia, eh eh eh...
    Tempo fa ho fatto un accenno a questa fontana in una cosa che ho scritto. Non ti metto il link (non mi va di autopromuovermi)... diciamo che se ti va puoi fare un giro dalle mie parti a leggere quel che ho scritto il 27 maggio scorso.
    Da parte mia, sto facendo la lettura integrale del tuo blog, così quando sono a Roma (come adesso) so dove andare.
    Grazie, ciao.
    AG

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  11. Conozco Roma ma non nella sua totalità,ho girato poco per quella bella città,ma la prossima volta che vada ,senza dubbio andrò a fare una visita a questa bellisisma fontana.Ottimo post

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